Sebbene il tatuaggio sia ormai sdoganato e si effettua sui corpi senza particolari paure o timori, è bene ricordare che esso non solo può provocare dolore, ma può anche dare vita a vere e proprie infezioni, più o meno serie.
Cerchiamo di capire insieme come riconoscere una infezione da tatuaggio e come curarla, consapevoli del fatto che si tratta comunque di evenienze limitate e dunque il tatuaggio in sé non risulta essere qualcosa di pericoloso.
Come riconoscere una infezione
La prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico.
Nei giorni immediatamente successivi al trattamento, infatti, è normale che la zona faccia un po’ male. Il fastidio piano piano guarirà, così come quello legato ad ogni altra piccola ferita.
Qualora però i sintomi proseguano a lungo o siano particolarmente acuti o fastidiosi, sarà necessario correre ai ripari.
Capiamo dunque come riconoscere quando la situazione diventa critica per quella specifica area e per la nostra salute.
Normalmente la zona dove il tatuaggio è stato realizzato appare arrossata e dolorante per 2 giorni; durante questa fase dunque qualsiasi fastidio non dovrebbe suscitare preoccupazione. Sarà sufficiente rispettare le indicazioni del proprio tatuatore per favorire la completa guarigione della cute.
Superati tra i 2 e 5 giorni in caso di tatuaggio più ampio, si potranno invece valutare con cura e attenzione tutti i altri sintomi così da capire se qualcosa lasci presagire la presenza di una possibile infezione.
Bisognerà in particolare prestare attenzione al calore emanato dalla zona, al prurito e al rossore che se presenti anche in una ampia zona attorno al tattoo potrebbero essere sintomo di infezione.
In particolare ci sono alcuni elementi che dovrebbero invitarvi ad andare subito a far controllare il vostro tattoo.
La presenza di un liquido biancastro e male odorante e la presenza di linee rosse che si irradiano dalla zona sono elementi senza dubbio piuttosto gravi; altrettanto lo è un innalzamento della temperatura che potrebbe appunto essere sintomo dell’infezione in corso.
Come curare l’infezione del tattoo
Sarà il medico che una volta verificata la presenza dell’infezione a suggerirvi la cura migliore, che di solito consiste in un trattamento antibiotico, accompagnato ad uno topico.
È fondamentale in questa fase attenersi alle indicazioni che si sono ricevute. Qualora vi prescrivono una soluzione anche di carattere topico sarà importante pulire la zona in maniera attenta e delicata; è importante proteggere la zona con una garza sterilizzata, così da evitare che il contatto con l’esterno possa ulteriormente peggiorare la situazione.
Online è possibile trovare una serie di articoli su possibili cure e numerosi utenti che hanno voglia di condividere la loro esperienza di infezione.
Sebbene le informazioni riportate siano spesso corrette e in generale utili, il consiglio che vi diamo è quello di rivolgervi sempre al vostro medico, colui che potrà darvi indicazioni precise analizzando la vostra situazione in maniera precisa e puntuale.
La migliore cura però resta sempre la prevenzione. Prima della seduta sarebbe infatti opportuno effettuare dei test per le allergie.
Se il problema è minimo nei disegni che utilizzano l’inchiostro nero, i colori sono invece potenzialmente a rischio in soggetti che manifestano delle allergie.
Più sicuro appare invece l’inchiostro India. Un altro fattore è legato alla serietà dei tatuatori ai quali ci si rivolge.
È importante che il professionista utilizzi sono aghi monouso e rispetti le norme igieniche. Un tatuaggio che non fa questo vi espone a potenziali rischi ed è quindi da tenere alla larga.
Quello dei tatuaggi, infatti, è uno dei settori in cui risparmiare è importante, ma solo se si ha la fortuna di incontrare un professionista che garantisca un buon rapporto qualità-prezzo.