Il fascino dell’Oriente è sempre ben presente nel nostro paese. Al di là delle vicissitudini geopolitiche l’Italia rappresenta un ponte ideale che congiunge il centro Europa con l’Africa subendo l’influsso dell’area settentrionale.
Insomma nel nostro paese la cultura araba ha lasciato significative tracce nell’arte, nella lingua, nella cultura e perfino nella dieta.
Ma anche i nomi arabi sono molto ricorrenti negli ultimi anni. Possono essere davvero tante le motivazioni a spingere per questo tipo di scelta e forse non è il caso di elencarli.
Uno dei primi aspetti da tenere presente in ogni caso, però, che la maggior parte dei nomi arabi derivano dalla tradizione e dai personaggi riportati nel Corano.
Nomi arabi: i più utilizzati nel nostro paese
Se la vostra scelta intende rispettare la tradizione dell’onomastica del nostro paese, è possibile scegliere tra Karima, Laila, Kamila, Farida, Fara, ma anche Maysoon e Lulwa. Insomma come si può notare alcuni nomi non si discostano molto dalla nostra lingua e soprattutto mostrano una sonorità davvero suggestiva.
Anche per quanto riguarda il mondo maschile la scelta tra i nomi arabi è molto ampia. Tra i più comuni troviamo senza dubbio Muhammad, uno dei più comuni al mondo e che rimanda al profeta della religione musulmana: Maometto.
Anche Abdul rappresenta una scelta molto comune in Italia come anche nei paesi arabi. Anche Mamdouh, Ismaeel, Hussein, Ahmad sono particolarmente diffusi. Insomma scegliere per questi nomi significa optare per un scelta senza dubbio ricorrente e che rispetta in pieno la tradizione del mondo arabo.
I nomi arabi ‘ricercati’
Se proprio non volete che vostro figlio/figlia sia uno dei tanti, allora non vi resta che optare per i nomi più rari. Quali sono i meno ricorrenti ? Abir è uno di questi. Il significato è “Fragranza”, Adila ovvero “Giusta”, Aisha, ovvero “Vita”, Hanan “Tenera”, Kamila, ovvero “Perfetta” Halima “Cordiale”, Farah “Felicità”.
Altri nomi arabi molto suggestivi sono Lina che significa “Tenera”, Muna ovvero “Desiderio”, Nadira cioè “Preziosa”, Salima, “Salva”, Zahira cioè “Raggiante”, Rashida cioè “Saggia”.
Ma la varietà non manca di certo alla lingua araba. Altri esempi di nomi arabi sono Akram ovvero “Il Più Generoso”, Anuar ovvero “Il Più Glorioso”, Ayman cioè “Fede”, Nasser cioè “Vincitore”, Wadi ovvero “Uomo Calmo” e Walid cioè “Giovane”.
Nomi arabi: il significato dei più comuni
Come detto in precedenza, non è di certo la vastità di scelta a mancare al mondo dei nomi arabi. Sono davvero tanti i nomi tra cui scegliere. E se, fino ad ora, abbiamo deciso di indicare i più comuni nel nostro paese o con un significato profondo, ecco i principali nomi che vengono scelti nei paesi musulmani.
Tutti i nomi arabi con la prima parte in Abdel indicano la parola “Servo”. Abdel Adil significa “Servo del Giusto” mente Abdel Ahad significa “Servo dell’Unico”, Abdel Aziz “Servo del Caro”, Abdel Fattah “Servo di Colui che Apre”, Abdel Ghaffar “Servo di Colui che Apre”, Abdel Hadi “Servo della Guida”, Abdel Hafez “Servo del Protettore”, Abdel Hakim “Servo del Guidice” ed Abdallah “Servo di Dio”.
Se intendete dare un nome “principesco” al bambino, allora Amir (Principe) è il nome che fa per voi. Suggestivo il significato di Anuar che indica una persona luminosa, Bashir è un “Portatore di Buone Notizie”, Dhaki significa “Intelligente” mentre Feisal è il “Deciso”.
Helmi è una persona calma, Hassan è semplicemente “Bello” mentre Husam è la “Spada”. Una persona nobile è indicata dal nome Nubil, Rabi è la “Primavera” e Tahir è “Puro”.
La tradizione onomastica araba
Conoscere bene la cultura dei nomi è indispensabile prima di dare un nome arabo al proprio figlio. Nella tradizione onomastica dei paesi musulmani, il nome viene articolato in più parti.
La prima parte di un nome si compone, di solito, con un nomignolo che indica il figlio primogenito. Si tratta della kunya, il nome onorifico che precede il nome vero e proprio. Si rende dal termine Abu, ovvero “padre di” per l’uomo e Umm per “madre di”. Si tratta di un parte del nome che riconosce una certa importanza alla persona.
Subito dopo questa fondamentale parte iniziale, segue l’ism, ovvero il nome vero e proprio. E’ importante tenere presente che chiamare una persona esclusivamente con il nome è indice di assoluta familiarità; in altri casi può essere considerato come profondamente irrispettoso.
Dopo il nome viene il nasab cioè il patronimico. Si tratta del nomignolo derivante dal padre il cui nome viene indicato alla fine. E’ molto comune anche utilizza la parola ibn “figlio di” o bint “figlia di”. Sempre in segno di rispetto può essere indicato anche il nome del nonno, del bisnonno o addirittura del trisavolo. Si tratta di casi eccezionali che, come detto, riguardano per lo più le persone di un certo rango sociale.
Ma l’elenco dei termini non finisce qui: può seguire al nome, infatti, il nisba, ovvero un aggettivo indicante la provenienza geografica ed il laqab usato per lo più per descrivere il mestiere dell’uomo.