Il termine resilienza è entrato ormai nel linguaggio comune, i giovani fanno spesso riferimento a questo termine in maniera più o meno corretta.
Vediamo meglio quale sia il significato di questa parola, per dare un senso al termine il più possibile corretto e appropriato; e perché no, per comprendere se la sua vasta applicazione nel linguaggio comune sia o meno opportuna.
Etimologia della parola “resilienza”
La parola resilienza deriva dal latino “resiliens” che significa rimbalzare, ritornare di colpo, saltare indietro.
Cosa vuol dire la parola resilienza
Il termine resilienza è di derivazione psicologica e di fatto sta ad indicare la capacità di un soggetto di rispondere a cambiamenti e traumi rimodulando la propria esistenza e ricostruendone uno o più aspetti; senza lasciarsi dunque scalfire dal destino e soprattutto senza perdere la propria identità.
Il resiliente dunque non è solo chi reagisce ad eventi contrari, ma chi risponde in maniera elastica traendo anche da essi segnali positivi per la propria esistenza. In altri termini, il resiliente è che rinasce per rispondere ad una crisi.
Vari tipi di resilienza
Sebbene la resilienza porti alle considerazioni appena fatte, è utile evidenziare come la stessa di fatto possa trarre spunto e forza da determinati aspetti del carattere del singolo.
Gli studiosi i particolare hanno individuato una resilienza istintiva che è quella tipica dei primi anni di vita di ognuno. In questa fase infatti il soggetto trova in se stesso la forza di reagire dal momento che di fatto l’egocentrismo naturale lo porta a non sentirsi minacciato da nulla.
Caratteristiche diverse ha la resilienza affettiva, che nasce invece dall’importanza che viene riservata ai valori e alla socialità. Sono proprio questi due aspetti infatti a dare al soggetto la forza e il coraggio di reagire e adattarsi.
Prende invece il nome di resilienza cognitiva quella che si sviluppa sfruttando le capacità intellettive del soggetto che attraverso il ragionamento capisce come affrontare un problema.
Ovviamente la situazione ideale è quella che si realizza quando le tre tipologie di resilienza di fatto collaborano tra loro in armonia, garantendo di fatto una alchimia e un equilibrio perfetto.
La resilienza sociale
Sebbene il termine sia usato solitamente per identificare un singolo, la resilienza è una caratteristica o meglio una dote che può essere attribuita anche ad un gruppo.
Essa si manifesta in particolare dopo eventi traumatici quali guerre, pandemie, crisi, eventi catastrofici naturali; di fatto indica la capacità del popolo intero di rialzarsi e ricostruire la propria identità e la propria economia attraverso quello che le è rimasto senza lasciarsi intimorire e soprattutto senza piangersi addosso.
L’utilizzo del termine oggi
Oggi il termine resilienza è probabilmente inflazionato. Lo troviamo su tatuaggi e murales, ma nell’uso comune esso sembra indicare la capacità di sopportare e affrontare le sfide quotidiane della vita.
In realtà c’è molto di più come abbiamo avuto modo di leggere in queste righe; e usare la parola nella sua accezione più piena e completa è senza dubbio utile ed importante.
Pensandoci bene, infatti, non esistono sinonimi che meglio descrivono la potenza, la bellezza, la forza, la luce che la parola resilienza nella sua complessità di sfaccettature è capace di evocare.