Quella dei piercing è una realtà vera e propria, che piano piano sta assumendo i propri connotati e le proprie caratteristiche che solo gli addetti del settore o gli appassionati conoscono.
Oggi cerchiamo di addentrarci proprio in questa realtà, partendo dal piercing all’orecchio e dalle varie posizioni in cui esso può essere posto.
Non tutti sanno infatti che esiste un nome per ogni punto in cui foro ed orecchino si pongono. Ma capiamo meglio di cosa stiamo parlando.
Lobo e Helix
Il foro più frequente è senza dubbio quello che viene effettuato sul lobo.
Questa area è formata da tessuti particolarmente morbidi e per questo motivo guarisce in fretta, ecco perché è stata la prima ad essere perforata e decorata con appositi orecchini.
Con l’andare del tempo, le mode hanno fatto sì che il classico piccolo forellino venisse allargato così da far spazio a decorazioni di dimensioni sempre maggiori. Contemporaneamente, vista l’ampiezza dell’area, altri l’hanno decorata non con uno, ma con più fori.
Alla luce della posizione, si tratta del punto più versatile, atto ad ospitare non solo punti luce, ma anche anelli di dimensioni variegate.
La seconda tipologia di foro in ordine di diffusione prende il nome di Helix (o Elica). Si tratta del foro che viene posto nella parte superiore dell’orecchio, indipendentemente dalla posizione.
Vista la conformazione dell’orecchio in questa area, solitamente il piercing che viene posto è a forma di anello e circonda quindi l’estremità dell’orecchio stesso.
Industrial, Anti-trago, Trago e altri
Industrial è il nome che viene dato al piercing doppio, composto da due fori e quindi reversibili, ma difficili da richiudersi.
E’ ancora poco diffuso il piercing anti-trago che viene effettuato di fatto in quella parte di cartilagine adiacente il trago.
Il trago, per chi non lo sapesse, è quella parte di cartilagine che è posta davanti al buco dell’orecchio e che, vista la sua conformazione, ben si presta ad ospitare i piercing. Viene realizzata abbastanza facilmente, con il supporto di un piccolo ago e si presta bene ad ospitare un anello.
Una ulteriore variante è il piercing Daith (il nome nella lingua ebraica significa saggezza). Questo tipo di piercing si posiziona sulla cosiddetta croce dell’elica.
Proseguiamo con il Conch. Si tratta di un anello tipicamente, o di una barra, che viene posta sulla conchiglia auricolare in posizione più o meno interna.
Vista la superficie interessata, si tratta di un piercing abbastanza doloroso, che deve essere fatto da mani esperte perché il buco richiede un notevole sforzo di penetrazione.
Ancora più limitata è la diffusione del piercing Rook (Torre) non tanto per le caratteristiche di esecuzione, quanto per il fatto che esso può essere eseguito solo su soggetti che presentano una conformazione a crinale.
Storia dei piercing all’orecchio
Dopo aver analizzato le diverse varianti, probabilmente qualcuno si sta chiedendo da dove arriva questa abitudine. Il buco alle orecchio ha radici antiche.
La leggenda narra che le prime tribù bucassero le orecchie per dare alle anime una strada da percorrere per penetrare l’anima. In alcune tribù invece rappresentava per le donne una sorta di iniziazione alla vita, al pari dell’infibulazione.
I marinai antichi invece erano soliti utilizzare orecchini d’oro. In questo modo, in caso di mareggiata o situazione che li facesse morire in mare, chi li avesse ritrovati avrebbe potuto usare l’oro ricavato dall’orecchino per sostenere le spese funerarie.
La certezza che questa tradizione avesse radice antiche, si ha anche grazie ad alcune mummie che appunto presentavano questo foro. Altri riferimenti si trovano nella Bibbia, dove sia soggetti di sesso maschile che soggetti di sesso femminile utilizzavano questo ornamento.