La parola “bonsai” fa parte ormai del linguaggio comune e viene utilizzata per indicare una pianta piccola e con forme e caratteristiche particolari.
Vediamo insieme da dove nasce questo termine, quali sfumature può assumere e in generale quali sono le situazioni in cui si può utilizzare questa parola in maniera appropriata.
Origine e significato della parola bonsai
Il termine, ormai anche qui di uso comune, è una parola di origine giapponese che sta a significare “piantato in un vaso“.
Esso infatti nasce dalla fusione tra la parola “bon” che significa appunto vaso o scodella, e “sai“, che richiama invece al concetto di pianta o dell’essere piantato.
L’azione (la coltivazione appunto) e l’oggetto della stessa (la pianta) sono azioni materiali e facilmente identificabili, ma in realtà la coltivazione del bonsai può essere intesa come una vera e propria pratica spirituale.
L’aspetto spirituale della pianta
Dietro la piccola pianta ci possono essere infatti veri e propri mondi. Lo scopo del bonsai è infatti quello di ricreare e riproporre in piccolo quello che di solito si lega ad una pianta di dimensioni “normali”. Si tratta di una azione che richiede pazienza, attenzione, costanza e impegno.
Un’altra caratteristica del bonsai è legata alla presenza di imperfezioni che tuttavia lo rendono speciale, rappresentando il frutto di un impegno continuo e costante.
Attraverso le cure continue è possibile forgiare il bonsai e fare in modo appunto che lo stesso mantenga le dimensioni desiderate. L’insegnamento che ne deriva è che anche le cose in apparenza piccole possono nascondere grandi pretese ed attenzioni.
Non deve quindi stupire il fatto che si tratti di una attività molto diffusa tra persone anziane o comunque sapienti per definizione.
Gli elementi del bonsai
Un aspetto molto importante risiede nel valore dato ad ogni singolo elementi che caratterizza il bonsai stesso. In ogni bonsai è infatti possibile identificare tre differenti elementi.
Il primo è rappresentato dalle radici. Al pari delle fondamenta di una casa, esse offrono riparo, forza, sicurezza e stabilità all’intera pianta.
Il tronco si lega invece al concetto di saggezza, dal momento che è in grado di elevarsi dalla radici al cielo con forza, ma anche con intelligenza e astuzia, adattandosi alle eventuali criticità dell’ambiente esterno o del peso di se stesso.
Concludiamo con i rami, diretti verso l’infinito del cielo, perenne simbolo di rinascita, di vita, di trasformazione, di futuro.
Tutti questi singoli elementi hanno significato se letti ed interpretati in maniera unica e complementare, andando a costituire quella piccola ma forte pianta che oggi ha attirato la nostra attenzione.
Il bonsai oggi
Nonostante quanto appena detto, è bene evidenziare che oggi, soprattutto nella nostra cultura, il bonsai ha perso questi significati profondi e spirituali; attualmente il suo successo e la sua diffusione si lega ad aspetti prettamente estetici.
La forma, i colori e le dimensioni ridotte fanno infatti del bonsai un accessorio sicuramente apprezzato, diffuso, ammirato.
Per avere idea di quanto sia cambiata la concezione del bonsai, basti pensare a quanto sono ormai diffusi anche i bonsai finti; sono in plastica o materiali sintetici, volti ad enfatizzare solo ed esclusivamente l’aspetto estetico del bonsai stesso.
Altri utilizzi del termine bonsai
Il linguaggio moderno ci ha portato ad utilizzare la parola bonsai anche in altri contesti. E così si parla per estensione di bonsai riferendosi a qualsiasi cosa in formato mignon.
È bene precisare che la parola non si accompagna a nessuna accezione negativa, l’unica considerazione alla quale rimanda è quella relativa alla misura e alla dimensione.