“Resilienza” rientra tra le parole più usate in questi ultimi anni.
Senza addentrarci nel dibattito relativo ad un eventuale abuso della parola stessa, oggi capiamo insieme quale sia il significato della parola, così da comprendere perché così tanti soggetti decidono di utilizzarla e di renderla protagonista dei propri tatuaggi, come hanno fatto tra l’altro molti vip.
Il significato della parola “resilienza”
Dal punto di vista prettamente etimologico, la resilienza è la caratteristica che porta un soggetto o un oggetto che ha subito uno choc a riprende la sua forma iniziale.
Differente è la connotazione che la parola assume se si parla di esseri umani.
La parola resilienza indica la capacità di un soggetto di non lasciarsi abbattere dalle prove che la vita offre, diventando paradossalmente sempre più forte.
La capacità di trarre forza ed energia da ogni sfida diventa simbolo di elasticità oltre che di forza.
Accennavamo a quanto questa parola sia entrata nel linguaggio comune da un paio di anni, da quando in particolare l’imprenditore influencer Gianluca Vacchi ha iniziato a sponsorizzarla come sua filosofia di vita.
Da quel momento la parola “resilienza” è diventata quasi una parola d’ordine tra i giovani e i soggetti attenti ai trend o alla moda per indicare il modo giusto per gestire un lutto, una violenza, un tradimento, una malattia.
Resilienza: come tatuarla?
L’unico modo per tatuare la resilienza è naturalmente scrivere il suo nome. Il carattere può essere scelto in base ai propri gusti e alle proprie sensazioni.
Solitamente si è solito scrivere in corsivo la resilienza, per darle un tocco elegante, raffinato, leggero ed elastico.
Soprattutto gli uomini però valutano con interesse la possibilità di usare uno stampatello maiuscolo, forte e deciso.
Un altro aspetto importante è relativo ad eventuali simboli che possono accompagnare la scritta stessa. Sono molti a scegliere un cuore: da esso parte infatti qualsiasi tipo di stimolo, di forza, di coraggio e di necessità.
Coloro che hanno mostrato la loro resilienza in seguito ad un lutto, potrebbero invece optare per un simbolo che rimandi alla persona che è venuta a mancare.
Sì dunque alla classica stella, ma anche a simboli più personali e costruiti su misura in base al soggetto e alla relazione che vi lega.
Occhiali, baffi, cappello sono ad esempio utilizzati per indicare il padre, mentre fiocco, tacchi o simili indicano una sorella e la mamma.
Il simbolo può essere inserito in piccolo, sotto il tatuaggio; utilizzato per decorare o sostituire una singola lettera, o ancora come elemento grande, all’interno del quale piazzare la scritta stessa.
La parola resilienza può essere utilizzata anche come elemento decorativo in una composizione più complessa.
Dove tatuare la parola resilienza?
Un altro fattore da tenere in considerazione è senza dubbio la posizione del tatuaggio stesso.
Non ci sono limiti e restrizioni, dal momento che qualsiasi punto del corpo può essere adeguato ad ospitare questo tipo di tatuaggio.
L’effetto finale desiderato condizionerà naturalmente la scelta finale.
Abbiamo visto la scritta resilienza decorare polsi sottili con effetti molto eleganti, ma la abbiamo vista anche fare bella mostra su avambracci, su polpacci, caviglie e cosce.
L’unica cosa che è bene tenere in considerazione, è la necessità di parlare bene con il tatuatore di riferimento, precisando e definendo con lui le proprie aspettative.
Attraverso una attenta consulenza potrete senza dubbio valutare interessanti spunti e conoscere nuove possibilità che solo l’esperienza e la bravura di un professionista possono portare facilmente a galla.