Quello dell’insegnamento è un settore che non conosce crisi, non a caso sono molti a chiedersi realmente quali siano gli stipendi elargiti ai docenti.
Oggi, andando oltre quelle che sono le informazioni note ai più, capiremo infatti quale sia lo stipendio di un professore universitario, figura che affascina molti per la sua autorevolezza in ambito accademico e non solo.
Cose influenza lo stipendio di un professore universitario?
Non tutti i docenti universitari sono uguali e non tutti, di conseguenza, percepiscono il medesimo salario. Il gradino più basso della lunga strada che porta alla docenza universitaria è occupato dai ricercatori ai quali è riservata anche un’attività di insegnamento e che percepiscono uno stipendio mensile di 1.500 euro circa.
Salendo, troviamo la figura dei docenti a contratto, che di fatto operano come consulenti esterni e vengono quindi pagati ad ore o a progetto. In questo caso è difficile dare un’idea precisa del reddito percepito, dal momento che lo stesso è influenzato dal profilo del docente e dalle sue esperienze e specializzazioni, ma è possibile misurare in 50/60 euro l’impegno orario di un docente di questa categoria.
Attenzione perché spesso il compenso viene calcolato in base alle ore di insegnamento e non tiene quindi in considerazione i periodi di preparazione della lezione e dei materiali didattici, piuttosto che le ore spese di persona o per via telematica a rispondere agli studenti. Resta spesso escluso anche il periodo dedicato alla sessione di esami che viene pagata con un gettone di presenza che non tiene conto del tempo effettivamente speso.
E’ invece fisso ed oscilla tra i 2.200 e i 2.700 euro lo stipendio di un professore associato o di seconda fascia, che diventa tale solo dopo aver superato apposito concorso nazionale per titoli. Aumenta insieme al compenso anche il prestigio legato al ruolo e la possibilità di considerare “garantito” il proprio incarico.
Seguono, sulla vetta della scala, i professori di ruolo che, negli atenei pubblici guadagnano cifre comprese tra i 3.000 e 4.000 euro al mese. Si tratta di dipendenti dell’università che in quanto tali percepiscono mensilmente lo stipendio (al quale dovrà essere aggiunta anche la tredicesima).
Qualora il percorso di crescita non sia quello appena delineato, è comunque opportuno sottolineare la possibilità di beneficiare comunque degli scatti di anzianità, biennali o triennali, che vengono concessi al raggiungimento di determinati scaglioni di anzianità lavorativa.
Cifre importanti, dunque, ma non abbastanza da rendere “ricco” un docente. Nella maggior parte dei casi, infatti, un docente universitario raggiunge un buon livello economico solo grazie al supporto di altre attività spesso legate alla disciplina insegnata, come avviene ad esempio ai professori che sono anche liberi professionisti o scrittori.
Quanto guadagna un professore universitario all’estero?
Abbiamo definito quale possa essere il guadagno di un professore universitario in Italia, ma cosa succede negli altri paesi? Gira voce che i docenti universitari italiani siano quelli che guadagnano di più, ma questo è vero solo se si considerano i redditi lordi.
Andando ad analizzare, come è corretto fare, gli importi netti si scoprirà che lo stipendio italiano, pulito da varie tasse e contributi obbligatori, è esattamente in linea con quello dei colleghi del resto del nostro continente.
Le cifre aumentano invece in maniera importante qualora si decida di oltrepassare l’oceano e andare in America. Il sistema universitario americano infatti permette ai docenti di medio livello di guadagnare anche 15.000 euro l’anno, al verificarsi di determinate condizioni.
Purtroppo però l’accesso avviene nella maggior parte dei casi tramite chiamata diretta, ed è quindi necessario avere quindi un curriculum o un progetto davvero degno di nota per rientrare in questa cerchia. Questa considerazione non deve tuttavia scoraggiarvi, dal momento che il prestigio e la cultura italiani sono tenuti in debita considerazione oltreoceano.
Per avere un’idea più chiara dei guadagni ai quali potreste avere accesso è possibile considerare che un professore universitario con età compresa tra i 40 e i 56 anni riesce a guadagnare il doppio rispetto ad un suo collega italiano, tendenza che rimane costante fino al pensionamento (che dovrebbe avvenire al compimento del 72esimo anno di età).
Quanto guadagna un professore in una Università Privata?
Un discorso simile, sia per quanto riguarda il trattamento economico che per quanto concerne le modalità di reclutamento, può essere fatto per le principali Università private italiane. Anche in questo caso gli stipendi possono raggiungere livelli veramente alti, ancora di più se si considera che vengono elargiti a fronte di poche ore di presenze in classe.
Ma qual è il sistema alla base di queste differenze tra università e tra professori all’interno dello stesso ateneo?
La prima cosa da chiarire è che le università di questo tipo sono private e vengono quindi gestite come delle aziende, volte ad ottimizzare non solo la formazione e la qualità della stessa ma anche i profitti.
In questo caso dunque, ferma restando la preparazione dei docenti, la scelta viene guidata anche da obiettivi di immagine o di associazione al mondo professionale. Un esempio può essere rappresentato dal giornalista famoso, chiamato a tenere un corso sulla comunicazione, o dall’imprenditore di successo capace di donare di riflesso prestigio e immagine di realtà di successo in campo economico e lavorativo anche all’istituto che lo impiega.
In questo caso, come facilmente intuibile, i salari possono essere davvero stellari, tanto da riflettersi poi sulle rette di iscrizione all’ateneo stesso.
Quanto guadagna un professore alla Bocconi?
Il discorso appena fatto può naturalmente essere applicato anche alla milanese Bocconi, una delle più prestigiose università commerciali italiane. L’ateneo annovera tra i suoi docenti imprenditori, economisti e figure che hanno conquistato grazie alle proprie competenze e capacità anche importanti cariche istituzionali.
Il richiamo del nome in questo caso è forte e capace di attirare gli studenti che, per naturale emulazione, reputano superiore una preparazione avuta da personalità di successo. L’immagine e il percepito entrano così di prepotenza anche nel campo della formazione influenzando scelte, percorsi, rette e stipendi di questi docenti.
Alla luce di questo, dunque, la figura del professore ricco e potente viene ridimensionata, diventando così immagine riservata esclusivamente ad una elite di professori già noti per aver acquisito un certo prestigio nel loro settore di provenienza. Al contrario, la figura dello studioso e del ricercatore finisce per diventare quella di un profilo basic, ma solo da punto di vista economico.