Termine ormai noto a molti, l’apatia rappresenta una situazione emotivo-psicologica che si manifesta con un calo di attenzione verso il mondo esterno e una sorta di disinteresse verso qualsiasi tipo di attività e di relazione.
Vediamo meglio come interpretare questa veloce definizione, cosa tenere a mente e cosa considerare quando sentiamo appunto parlare di apatia.
Definizione e origine della parola apatia
L’apatia è una condizione psicologica che si manifesta con una totale o parziale assenza di reazione a quelli che sono gli stimoli che vengono dall’esterno.
Alla luce di questo, una persona apatica si caratterizza per mancanza di attenzione, di interesse, di coinvolgimento verso il mondo e in generale verso le persone.
È la parola stessa che ci suggerisce cosa apatico voglia dire. La parola, infatti, deriva dal greco e nasce dalla fusione della “a” privativa con la parola “pathos” che significa emozione, ecco perché letteralmente “apatico” vuol dire “privo di emozioni”.
Sono identificabili alcuni sintomi che possono far pensare ad un soggetto che sta vivendo una situazione di apatia.
Il primo è senza dubbio la mancanza di forze ed energia, a seguire troviamo le difficoltà nel concentrarsi e nel portare avanti dei progetti o seguire qualsiasi attività.
Il malessere ha un riscontro anche in ambito sociale, dal momento che il soggetto tende ad isolarsi, a non confrontarsi con il mondo esterno che appunto, non sembra interessargli più di tanto.
Quali sono le cause dell’apatia
Diverse possono essere le cause dell’apatia.
Se in alcuni casi essa può essere riconducibile a situazioni psicologiche, in altri può dipendere da problemi psichiatrici (schizofrenia, distimia, depressione) o dall’abuso di sostanze psicoattive.
Può altresì essere causato da traumi alla testa, deficit nutrizionali, sifilide, etc…
Sia per la situazione che le determina, che per i sintomi che in alcuni casi si sovrappongono, alcuni sono soliti confondere l’apatia con la depressione.
È bene evidenziare che la seconda, a differenza della prima, si lega anche a sensazioni di disperazione, senso di colpa, tendenze autolesionistiche anche estreme.
Alla luce di questo è fondamentale una diagnosi per precisa che tenga conto:
- di evidenza fisiche (esami del sangue, diagnostica per immagini,…);
- della storia del soggetto, con eventuali traumi o rotture che avrebbero potuto avere una influenza sul problema.
Come gestire l’apatia
È lecito a questo punto chiedersi come fare per gestire l’apatia a 360 gradi.
La prima cosa da fare, con l’aiuto di uno specialista, sarà quantificare la portata del problema.
L’apatia come spesso s’intende e si nomina, è infatti una situazione momentanea, passeggera, che con un pò di buona volontà e con gli amici giusti passa.
Nei casi in cui essa sia invece più grave o estesa nel tempo, sarà necessario intraprendere un percorso fatto di cure fisiche o psicologiche. Quello che conta è avere consapevolezza del problema, e impegnarsi per affrontarlo.
Non di rado, chi soffre di apatia viene infatti accusato di essere semplicemente annoiato e di poter quindi sconfiggere il problema con un pò di forza di volontà.
Non sempre purtroppo è così e la consapevolezza di questo è fondamentale per una corretta gestione del problema.